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FUOCO DI SANT’ANTONIO (HERPES ZOSTER): CAUSE, SINTOMI E RIMEDI

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    FUOCO DI SANT’ANTONIO (HERPES ZOSTER): CAUSE, SINTOMI E RIMEDI

    By Gruppo Redi Medica | Uncategorized | 0 comment | 24 Settembre, 2018 | 0

    Il Fuoco di Sant’Antonio, o nel suo nome scientifico Herpes Zoster, è una malattia infettiva molto dolorosa dovuta al virus della varicella infantile (varicella-zoster virus o VZV), lo stesso che causa la varicella.

    L’herpes zoster, o fuoco di Sant‘Antonio (o fiamme di Satana), è una malattia virale a carico della cute e delle terminazioni nervose e in effetti la malattia è una vera e propria riattivazione del virus della varicella. Chi non ne ha sofferto, non può avere il fuoco di Sant’Antonio. La malattia si manifesta con un’eruzione cutanea ricca di vescicole, molto dolorosa, di solito a forma di fascia e limitata a un solo lato del corpo.

    Quando si entra in contatto con il virus varicella-zoster (VZV), chi non è vaccinato si ammala di Varicella. Questa malattia colpisce per lo più i bambini tra i 5 e i 10 anni tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, provocando un rash cutaneo tipico caratterizzato da vescicole pruriginose che presto si trasformano in croste per poi guarire. Alla guarigione dalla varicella, il sistema immunitario elimina il virus dalla maggior parte del corpo. Purtroppo il VZV si rifugia nelle cellule nervose, nel ganglio dorsale, adiacente al midollo spinale, o nel ganglio semilunare, alla base del cranio. Lì resta inattivo o latente, cioè in una fase di “letargo”.

    L’Herpes Zoster è una riattivazione del virus VZV. Dopo anni o anche decenni di letargia, il virus può uscire dalle cellule nervose, correre lungo il nervo e provocare l’infezione nella zona di cute su cui quel nervo passa. Inoltre il virus può passare tramite i gangli nervosi su più nervi e colpire così una zona più estesa. Il sistema immunitario solitamente blocca l’avanzare sul nervo del VZV, ricacciandolo nei gangli, da dove non può fare danni. Tuttavia se il sistema immunitario non funziona a dovere il virus si può muovere più facilmente.

    Arrivato alla pelle lo Zoster scatena un’infiammazione locale con bolle, dette vescicole, che si riempiono di linfa e sangue per poi rompersi e formare croste. Questa fase dura tra i 10 e i 15 giorni. Poi le croste cadono e la pelle guarisce. Il forte dolore, che può comparire anche alcune settimane prima dell’eruzione cutanea e durare a lungo dopo che le croste sono passate, è dovuto all’infiammazione scatenata dal passaggio del virus sul nervo (non sulla pelle).

    Esami di laboratorio e strumentali

    Il test più popolare rileva nel sangue gli anticorpi IgM VZV specifici. Questi anticorpi sono presenti solo durante i casi di varicella o di herpes zoster conclamato, ma non mentre il virus è dormiente.[44] Nei laboratori più attrezzati, la linfa raccolta da un bolla viene sottoposta a reazione a catena della polimerasi (PCR) per la ricerca del DNA del virus herpes zoster, o viene esaminata con un microscopio elettronico per esaminare le particelle virali.

    È stato recentemente effettuato uno studio su campioni di lesioni della pelle, occhi e polmoni di 182 pazienti con presunto herpes simplex o herpes zoster. Questi campioni sono stati testati con una real time PCR o tramite una coltura virale. In questo confronto, la cultura virale ha rilevato il VZV con una sensibilità del solo 14,3%, sebbene il test sia risultato altamente specifico (specificità = 100%). In confronto, la real time PCR ha dato un risultato del 100% sia in sensibilità, sia in specificità. Il risultato complessivo ha dimostrato un miglioramento del 60,4% delle tecniche PCR rispetto alla coltura virale per la diagnosi dell’herpes simplex e dell’herpes zoster

    Gli obiettivi del trattamento per l’herpes zoster sono focalizzati a limitare l’intensità del dolore, a ridurre la durata dell’episodio e a evitare le complicanze. Il trattamento sintomatico si rende spesso necessario per la complicanza di nevralgia posterpetica. Tuttavia, uno studio sul trattamento dell’herpes zoster mostra che, una volta che l’eruzione è avvenuta, la nevralgia post-erpetica è molto rara nelle persone sotto i 50 e svanisce nel tempo. Nelle persone anziane il dolore progredisce più lentamente, ma anche nelle persone oltre i 70 anni, l’85% era senza dolore a un anno dallo scoppio herpes zoster.

    Per ridurre l’incidenza della nevralgia post-erpetica bisogna:

    • Utilizzare sufficienti dosi di analgesici nella fase acuta (consenso non univoco)
    • Ridurre quanto prima la reazione infiammatoria

    Analgesici, Antivirali, Steroidi, Prognosi.

    Il Contagio

    I motivi per cui il virus della varicella si riattivi diventando uno Zoster non sono ancora sicuri. Quello che è chiaro è che l’immunocompromissione ha un ruolo fondamentale. Se le difese immunitarie si abbassano, è molto più facile che compaia la malattia.

    Tra i fattori che possono diminuire le difese immunitarie, citiamo l’età avanzata, lo stress psicologico, la risposta ad alcuni farmaci, l’infezione da HIV e l’esposizione a immunotossine.

    Il virus è molto infettivo, dunque può facilmente trasmettersi da una persona con la manifestazione cutanea a un’altra persona che ne tocchi le vescicole e che non abbia l’immunità al virus. La persona contagiata svilupperà però la varicella, e non lo Zoster. Il malato con il fuoco di Sant’Antonio, così come quello con la varicella, saranno contagiosi fino a quando le vescicole non si saranno trasformate in croste. Se le vesciche si devono ancora formare o se sono già passate, non si è contagiosi.

    Per un appuntamento chiamare il Numero Verde: 800 11 22 03 

    Dott Girolamo Salone Specialista in Malattie Infettive, epatologia, ecografia internistica

    analgesici, Prognosi, varicella, virus, zoster

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